I Palazzi degli specchi


















"Quel gelido sabato sera di fine ottobre.
Poco dopo le nove.
Il momento in cui ancora avrebbe potuto girarsi e sfuggire all'incubo crescente delle successive otto ore. Adesso, rivedendo l'intera storia a ritroso, poteva dire di essere sopravissuto, ma non di essersi salvato. Si rimproverava di non avere notato come tutto allora suonasse esasperato.
Mentre si avvicinava al motel, il fragore delle onde sulla spiaggia a due isolati di distanza sembrava di una violenza innaturale.
La sabbia sospinta dal vento crepitava sul marciapiede spaccato. Le foglie morte frusciavano sull'asfalto crepato.
Ma il rumore che ricordava di più, quello che, si diceva, avrebbe dovuto indurlo a ritornare sui suoi passi, era un clangore lugubre e ritmato che risuonava nelle strade della zona abbandonata.
Un suono sgradevole, come di una campana incrinata: presto ne avrebbe scoperto la vera origine, riconoscendovi il preannuncio della disperazione in cui stava per precipitare.
Clang.
Forse un avviso alle navi di tenersi lontane per evitare un disastro.
Clang.
O la campana a morte di un funerale.
Clang.
O il richiamo del destino".
(Testo tratto da: "Paragon Hotel" di David Morrell)

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Foto tratte dal libro di Alan Gardini:
Esplorazioni urbane. Viaggio nell'Italia dei luoghi abbandonati.